
In memoria di MICHELE SCHIAVONE
„Quella di Gesù fu una rivoluzione che aveva come obiettivo l´abbattimento di qualsiasi privilegio, di qualsiasi differenza di classe e di ordine sociale in nome di una fratellanza che gli uomini dimostrarono, come dimostrano, di non saper mettere in pratica.”Fabrizio De Andrè
Quante volte ho sentito parlare Michele Schiavone di fratellanza che gli uomini non hanno saputo e non sanno mettere in pratica. Michele era un ragazzino, avrà sicuramente imparato ad amare e conoscere Fabrizio De Andrè da uomo adulto: quando il grande cantautore/poeta si spegneva a Milano, lui aveva 20 anni. Lo immagino con i capelli scuri, lo sguardo profondo ed il solito sorriso gentile, la parlata pacata e cordiale che tanto lo ha caratterizzato per tutta la vita. Sono certa che Michele amava l’artista ligure come lo avevano amato tutti i ragazzi della sua etá che avevano tante illusioni e speranze di cambiamento, tanto cose da dire e sicuramente il giovane pugliese era uno di loro. Staccatosi dalla sua terra d’origine, perché i genitori erano emigrati in Svizzera, seguendoli in una lunga avventura che per lui si è chiusa ieri pomeriggio alle 17.30, conosceva o immaginava il suo futuro. Aveva già in giovane età degli obiettivi precisi da seguire per aiutare la gente di Puglia che era in Svizzera. Giovane studente, aveva imparato la lingua locale per inserirsi bene non solo a scuola ma in seguito sul lavoro e nei rapporti che intrecciava con le autorità cantonali, il Consolato Italiano, Enti e associazioni dove sbrigava pratiche e cavilli, per aiutare non solo i pugliesi ma tutti gli altri connazionali che a lui si rivolgevano. Il cerchio si allargava e la sua popolarità cresceva, accompagnata dalle competenze aquisite sul lavoro sociale di cui si occupava. Era militante nel PCI, poi nel PDS, per finire nel PD. Amava la politica; per lui era stata lo strumento per poter accedere a quei canali tanto intricati e tortuosi che coinvolgono i politici, era la strada giusta per raggiungere gli obiettivi che al governo dovevano arrivare attraverso la sua voce. Conosceva i disagi degli anni ´70 e viveva quelli degli anni ´80 e credeva che l’obiettivo di ogni uomo è quello di essere uguale agli altri, eliminando la barriera e i pregiudizi che le differenze sociali creano ed in Svizzera purtroppo tante porte, negli anni che seguirono, restarono chiuse agli italiani. Michele Schiavone sapeva cosa voleva dire discriminazione: l´origine nazionale, la lingua, il grado d´istruzione, l´analfabetismo, le opinioni politiche, le caratteristiche genetiche, il patrimonio ecc… Molti connazionali impararono molto probabilmente da lui il significato orribile del sinonimo. La gente non capiva bene o non sapeva quanti divieti paralizzavano la propria vita, tutti capivano solo le privazioni più vistose, le case negate, i lavori sottopagati. I connazionali provavano sulla propria pelle cosa voleva dire essere rifiutati,
non ben voluti e poco stimati e amati: erano utili lavoratori-emarginati. Il giovane uomo di Fasano si commuoveva davanti ai disagi ma soprattutto aveva deciso di difendere gli italiani che per ignoranza, paura e problematiche d´ogni genere, da soli, non avrebbero sfondato il muro dell´ indifferenza locale; ma era necessario sensibilizzare ancor di più la Nazione Italiana sulle condizioni degli italiani all´estero cominciando da ministri, presidenti, governi. Nei suoi comizi Michele con tono pacato sciorinava le sue idee e punti di vista, poi si accalorava e allora alzava il tono della voce e come un buon oratore si faceva ben ascoltare non solo dalla piazza ma anche da altri in ambienti non liberi a tutti. Passano gli anni e la situazione si evolve, Michele ottiene agevolazioni, contributi dallo Stato Italiano per venire incontro a quella Italia in apparenza dimenticata. Dopo aver guidato la Federazione Svizzera del PD, fu eletto nel 2016 Segretario Generale del CGIE, da tempo lavorava all´interno di questa segreteria e ne conosceva perfettamente ogni cosa. Nel giugno del 2023 l´incarico gli viene riconfermato. Ma anche la sua salute comincia ad incrinarsi, lavora lo stesso, la sua missione è una passione che gli brucia l´anima, ma è stanco e infine a malincuore deve abbandonare questo mondo dell´emigrazione che per tanti anni aveva protetto, aiutato e spesso salvato da incomprensioni ed errori. E´stato un rapporto vasto e completo il suo come: -il figlio istruito, capace e di buon cuore che aiuta la famiglia a trovare la giusta dimensione-; questo ha fatto il caro amico Michele. Noi avevamo ancora tante cose da dirci e raccontarci, io e lui, i miei successi letterari e i suoi successi in politica e nel sociale che coinvolgevano non solo l´ Italia ma anche l´ Europa, parlando dei nostri figli, dei loro ideali ci confrontavamo. Argomenti che ci scaldavano il cuore ogni volta che ci incontravamo. Però alla fine mi ha chiuso fuori dalla porta della sua sofferenza dicendomi :
Perciò, stammi a sentire non fare il restio, sopportami vicino – che t’importa? Queste pagliacciate le fanno solo i vivi: noi siamo seri… apparteniamo alla
morte!” (A´livella- Totò)
ETM San Gallo, 31 marzo 2024
IL cordoglio del Presidente del COMITES di San Gallo
Cara Signora Angela, cari Ismene e Yannek
Con profondo dolore e tristezza ho appreso della scomparsa del nostro Michele. Mi rattrista il fatto che con la sua morte perdiamo non solo un amico carissimo ma anche uno strenuo compagno di tante lotte e iniziative per migliorare le condizioni della nostra Comunità italiana della Svizzera Orientale. Il suo impegno come Segretario Generale del Consiglio degli Italiani all’Estero ha lasciato un segno profondo anche nella Comunità degli Italiani in tutte le parti del mondo. Teniamo alto il ricordo della sua memoria e della sua opera: la sua famiglia deve andare fiera di Lui e di quello che ha saputo fare per tutti coloro che a Lui ricorrevano nelle necessità sociali. La fede e la speranza saranno di conforto ed il tempo affievolirà il dolore di questo momento. Alle condoglianze mie, unisco quelle di tutto il COMITES di San Gallo di cui Michele é stato per lunghi anni Vice Presidente.
A voi tutti un abbraccio carissimo.
Paolo De Simeis Presidente Comites San Gallo